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LA PRINCIPESSA HOSHINE

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dark nibbio
view post Posted on 25/4/2009, 11:42




FANFICTION su NARUTO
LA PRINCIPESSA HOSHINE
Capitolo unico (conclusa)
Note: N-18 - Dark
Autrice: Dana (indirizzo mail: [email protected] )
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. -
Nota: i due disegni di Hoshine sono immagini create dall’autrice Dana. L’immagine di Sasuke è
tratta invece dal manga originale.
Inciampò.
Si rialzò rapidamente scacciando il dolore.
Doveva proseguire.
Doveva raggiungere Konoha prima che le
tagliassero la strada.
Aveva memorizzato il percorso.
Doveva prendere la strada per le montagne; tutte le
altre le erano precluse.
Accelerò il passo.
Non li vedeva…ma poteva sentirli.
Si muovevano leggeri, volteggiando fra gli alberi.
Sulle montagne sarebbe stata in vantaggio.
Sì, doveva essere così.
Continuò ad arrampicarsi.
La parete era quasi verticale, ma per fortuna ricca
di spuntoni, di rientranze e di crepe.
- Respira, respira – si ripetè mentalmente – calma
la mente, un piede dopo l’altro. Una mano dopo
l’altra. Concentrati.
Si morse le labbra cercando di muoversi nel
migliore dei modi.
Se fosse caduta da quell’altezza tutto sarebbe stato
vano.
Tutto.
Alzò la testa incontrando l’azzurro brillante del cielo; faceva caldo.
Doveva salire; presto prima che il sole raggiungesse lo zenith.
Un piede, un altro: una mano, l’altra.
Si concentrò scacciando tutti i pensieri.
Era una giornata primaverile, ma l’aria era immobile e umida.
Sudava copiosamente e spesso le mani le scivolavano dalla presa.
Se le asciugò sui pantaloni riprendendo cautamente l’ascesa.
Si arrampicava da circa mezz’ora quando finalmente si ritrovò sul pianoro roccioso.
Rimase un attimo seduta cercando di rilassarsi, respirare con calma..
Bevve un sorso d’acqua.
Ce n’era rimasta poca e doveva stare attenta.
Si rialzò guardandosi intorno; era circondata da montagne, da boschi, rocce.
Prese la mappa confrontandola con i monti che le si paravano davanti.
Ci mise un po’ ad orientarsi, ma poi riuscì a seguire i contorni delle montagne fino a trovare la
cresta che cercava.
Ripose la mappa preparandosi a partire.
Una specie di sesto senso le impedì di muoversi.
Sentiva un brivido freddo correrle dietro la schiena.
- Ricerca!-Sussurrò muovendo le mani che formarono rapidamente alcuni sigilli.
Raccolse in sè tutte le sue energie, rilasciando lentamente leggeri fili di chakra.
Lo sentì defluire da lei, spandersi in varie direzioni
Percepì le zone in cui il chakra scorreva libero e quelle in cui “rimbalzava” tornando indietro
Le contò erano sei uomini
Sei ninja le stavano alle costole.
Richiamò a sé il chakra cercando una via di fuga.
Si guardò intorno.
L’avevano circondata; stavano salendo.
- Niente panico! – Si morse le labbra. Era spaventata, ma sapeva di potersi muovere in un piccolo
corridoio lasciato scoperto.
Era un rischio, ma doveva farlo.
Rapidamente si spostò su un sentiero sdrucciolevole, che attraversava la cresta delle montagne.
Metteva un piede dopo l’altro, le braccia allargate per non perdere l’equilibrio.
Doveva recuperare un po’ di vantaggio.
Doveva.
Muoveva i piedi lentamente, scacciando dal sentiero sassolini, evitando crepe, seguendo le brusche
deviazioni.
Ancora poco.
Vedeva il sentiero allargarsi per giungere fino ad un altro pianoro.
Arrivata lì avrebbe potuto spostarsi in maniera più agevole.
Continuò a camminare scacciando ogni pensiero finchè la stradina non si interruppe .
Prese fiato guardandosi attorno.
Sembrava un crocevia; diversi sentieri si dipartivano da lì scendendo a valle o proseguendo sulle
vette.
Stava per consultare la mappa quando li sentì arrivare.
Era circondata; sei ninja equipaggiati di tutto punto la fronteggiavano soddisfatti.
- Carina quella tecnica con il chakra…- Ghignò uno di loro, probabilmente il capo. – Però…devi
migliorarla se non vuoi essere trovata. E’ stato semplice seguirti!
- ….sarà facile prenderti… - Proseguì un altro roteando i suoi nunchaku. – Sei una bellissima
principessa e ucciderti è un vero spreco.
Inconsciamente Stella del Mattino s’irrigidì.
- Ma forse potremmo divertirci un poco con te, - continuò un altro dal volto sfregiato - …in fondo
sei una principessa orientale e dovresti saper danzare meravigliosamente.
La fanciulla tacque; doveva concentrarsi sulla prossima mossa. Non era possibile che la prendessero
così facilmente.
Lentamente, con grazia dovuta all’abitudine, sfoderò le scimitarre gemelle che portava legate dietro
la schiena.
Erano armi superbe: leggere, luccicanti e meravigliosamente decorate; Luna Calante e Luna
Crescente. Tramandate di madre in figlia, erano i simboli della principessa destinata a regnare, della
futura regina.
Stella del Mattino si guardò attorno; con un delicato movimento rotatorio posizionò le armi davanti
al petto e dietro la schiena.
I piedi si mossero nella posizione prestabilita e il corpo si rilassò pronto ad eseguire la Danza delle
Lune.
Doveva combattere quel tanto che bastava per ritagliarsi una via di fuga.
Respirò chiudendo gli occhi, espandendo il suo chakra in maniera uniforme.
Lo sentì scorrere dentro di sé; un’ondata benefica di forza che la rinvigorì.
I suoi avversari attesero; erano curiosi.
Sicuri, erano molto sicuri di prenderla.
Di averla bloccata.
Stella del Mattino rise di loro; muovendosi in maniera fluida cominciò la Danza.
L’arte della doppia scimitarra o “danza delle lune”, veniva insegnata alla principessa destinata al
trono.
Era un allenamento complesso, che cominciava non appena la piccola riusciva a reggersi sulle
gambe, e continuava giorno per giorno per tutta la durata della vita di una regina.
Era l’ultima difesa dell’erede al trono.
Il baluardo tra la vita e la morte.
Elegante, seguendo una musica interiore, Stella del Mattino si mosse leggiadra in maniera circolare;
i piedi, il corpo giravano assieme alle braccia e alle scimitarre.
I movimenti lenti, fluidi, quasi ipnotici attirarono gli sguardi.
La principessa passò davanti ad ogni ninja senza sferrare nessun attacco.
Un passo dopo l’altro, le gambe, il bacino, il busto, le braccia e perfino la testa seguivano una
complessa coreografia.
Il corpo della fanciulla si alzava, si abbassava, le braccia parevano ali di cigno, la testa dai lunghi
capelli scuri si muoveva delicata sul bel collo.
Con il terrore nel cuore la principessa cantava la sua melodia interiore.
Sulle sue note muoveva il corpo, lasciando la paura in un angolo oscuro.
Non poteva scacciarla, ma poteva tenerla a bada.
Perciò danzava.
Continuò a farlo fin quando non vide un varco; uno dei ninja aveva abbassato la guardia.
Si mosse regolarmente finchè non gli fu innanzi, poi le lame saettarono insieme troncando di netto
la testa del disgraziato.
Fu un colpo rapidissimo.
Prima che gli altri avessero tempo di riprendersi, Stella del Mattino menò altri fendenti per poi
fuggire rapidamente lungo il viottolo che si era liberato.
Rinfoderò velocemente le armi correndo per il sentiero.
I ninja superstiti le erano alle spalle, pericolosamente vicini.
Doveva sbrigarsi; questa volta non li avrebbe distratti con tanto poco.
Non poteva sostenere un duello con cinque ninja.
In un batter d’occhio arrivò in cima al sentiero finendo quasi addosso ad un guerriero.
Se ne stava immobile con le braccia conserte.
Era bellissimo.
Gli occhi scuri, allungati sembravano pozzi di tenebra.
Rimase immobile; sentiva il cuore batterle all’impazzata.
Si voltò guardando i ninja raggiungerla; il cammino sbarrato.
- No! – Gridò improvvisamente sguainando di nuovo le spade. – Non posso, non posso morire qui!
Senza pensarci, la mente confusa dalla furia e dal terrore, posizionò le spade preparandosi ad
affrontare il nemico; non conoscevano tutte le sue tecniche.
Li avrebbe sconfitti, sarebbe bastato un graffietto; le lame delle scimitarre erano impregnate di un
veleno mortale.
Quel veleno era una creazione delle regine e solo esse ne conoscevano il contenuto, il metodo per
neutralizzarlo.
Si mise nella posizione della “danza della morte”; una variante d’attacco dell'altra tecnica.
Lasciò che salissero sul pianoro, che la circondassero.
Erano sicuri di sé; roteavano le loro armi, le tenevano nascoste nelle sacche.
Ognuno di loro aveva in serbo per lei molte sorprese.
Non aspettavano che la vendetta, la vendetta per essere stati giocati da una ragazzetta.
La vendetta per il compagno morto in un istante.
Adesso doveva solo colpire cinque ninja… non poteva essere così difficile.
Doveva farcela.
Memorizzò le posizioni di ognuno e di nuovo, come in un macabro dejà vù, si scatenò nella “danza
della morte”.
I ninja si muovevano intorno a lei; questa volta erano preparati e si tenevano a lontani dalle lame
avvelenate.
Da distanza di sicurezza le lanciavano shuriken, kunai, evitando ogni corpo a corpo.
Una bomba fumogena le oscurò la vista facendola tossire; trattenne il respiro sperando non fosse
troppo tardi.
Si accosciò a terra e prese un tonico dalla sua borsa medica.
Uno dei ninja si avvicinò credendo di coglierla di soppiatto; con rabbia mosse la scimitarra
ferendolo alla gamba.
La nube tossica si disperse
Ancora quattro ninja…
Inconsciamente, si voltò verso il picco sul quale stava immobile il giovane dagli occhi scuri.
Non si era mosso, non aveva parlato, e quelli con cui combatteva non sembravano suoi sottoposti.
Avevano il copri fronte, e una specie di accento nella parlata che li identificava come gente
proveniente dallo stesso villaggio.
Ma allora quel giovane perché non interveniva?
Perché?
Riprese a combattere automaticamente.
Quello che le rubava energia era lottare contro i cloni d’ombra; sapeva che il ninja si era nascosto
fuori dalla sua portata, ma doveva lo stesso combattere per evitare di essere colpita.
Stella del Mattino raddoppiò gli sforzi cercando di spostarsi dalla situazione di stallo.
Non poteva andare in nessuna direzione; continuava a muoversi in lungo e largo su quel pianoro di
montagna.
Esasperata si guardò ai lati: i fianchi del monte erano ripidi e pieni di rocce.
Eppure non aveva scelta; tranciò al volo un fuda esplosivo.
Non mangiava da due giorni,e la poca acqua che le era rimasta non bastava a reidratarla.
Doveva lasciarsi cadere a valle e trovare un’altra via di fuga.
Avrebbe perso molto tempo e rischiato di farsi male, ma non le restava altra scelta.
Il pendio di sinistra sembrava migliore; se non altro era coperto d’erba.
Rapidissima completò la rotazione e ringuainate le scimitarre si accosciò evitando un colpo diretto a
lei.
Si distese a terra lasciandosi rotolare lungo il fianco della montagna.
- Prendetela, presto! - Urlò qualcuno.
Rotolava, rotolava, tagliandosi e ferendosi.
Si puntellò ovunque con mani e piedi; stava prendendo troppa velocità.
Finalmente sbattè il fianco contro una roccia; vi si avvinghiò con le mani, incurante del dolore.
Le veniva da piangere; era così stanca e dolorante.
Perché proprio a lei.
Perché era toccato a lei?
- …scappa Hoshime,…scappa!- Le apparve davanti il volto di Shiro, gli occhi pieni di sgomento, il
sangue che gli colava sul volto chiaro.
Si rialzò dolorante riprendendo la discesa di corsa.
Si terse le lacrime; non poteva sprecare acqua; non ora.
Aveva un minuscolo margine di vantaggio, ma almeno non era in stallo.
Non poteva rifugiarsi da nessuna parte; i boschi erano poco sicuri.
Forse una grotta, sempre che avesse una via d’uscita secondaria.
Corse come una forsennata e invece di scendere a valle prese un sentiero che la riconducesse verso
le montagne.
Doveva cercare di rimanere coperta.
Lo aveva appena detto quando uno dei ninja le fu addosso.
La prese per un braccio; ma lei usò l’altro per estrarre la scimitarra liberandosi.
Corse e corse; inciampò parandosi il viso al volo.
Aveva perso troppo chakra.
Si rialzò a fatica.
Strinse i denti guadagnando la cima del sentiero; erano rimasti tre ninja, forse due.
Se solo fosse arrivata nella zona di Konoha allora sarebbe stata al sicuro.
Continuò a correre sulla cresta della montagna ritornando al punto di partenza.
Era in cima al picco; come prima.
La aspettava lassù; immobile la seguiva con lo sguardo.
Niente sul suo viso lasciava trapelare alcuna emozione, sentimento.
Lo guardò; era bello, guardarlo le metteva addosso i brividi.
Era una sensazione strana; diversa da quella che provava per Shiro.
Quel giovane emanava un’aura oscura, era così diverso…così..
Spaventoso.
Non era intervenuto fino a quel momento.
Non una mossa, una parola.
Perché?
Cosa aspettava, cosa pensava?
Rimase a fissarlo, mentre come un gioco ripetuto troppe volte, i tre ninja la circondavano.
- Vigliacco!- Gli gridò voltandogli le spalle. Come poteva stare a guardare mentre quegli scherani
giocavano con lei al gatto col topo.
Esasperata sguainò, nuovamente, le scimitarre preparandosi; se doveva morire almeno avrebbe
venduto cara la pelle.
Non poteva attaccare; si reggeva in piedi a fatica.
Optò per la difesa; ingoiò velocemente un altro tonico, che le ridette un po’ di forza.
Sentiva il fianco pulsarle, le mani erano massacrate dai tagli, dalle escoriazioni; le pulì alla meglio
sui pantaloni.
Respirò a fondo e ricominciò la Danza delle Lune.
Ballava proteggendosi da colpi diretti, un passo dopo l’altro nelle sequenze che il corpo conosceva
da anni.
Tra poco sarebbe crollata; lo sapeva, ed era consapevole di non poterlo fare.
I pensieri fuggirono via come colombe.
Non si permise il lusso di pensare al passato; aveva il futuro da proteggere e doveva combattere.
Destra, sinistra, alto, basso, cambio rotazione; cambio sequenza.
Solo l’esatto, ritmico ripetersi dei movimenti le
impediva di cedere al panico, allo sconforto.
Una lama penetrò la sua difesa ferendola al polso.
Era solo uno shuriken, una lama così piccola che
indeboliva la sua difesa precaria.
Non poteva medicarsi.
Cercò di controllare il chakra per fermare
l’emorragia.
Un altro shuriken, un altro ancora.
Piovevano a raffica su di lei sfuggendo alla difesa
delle lame.
Doveva cambiare movimenti, ma questo
significava scoprirsi.
Fissò gli avversari cercando di memorizzarne le
mosse, aspettando di trovare un varco nell’attacco.
Attese concentrandosi, poi giocò il tutto per tutto.
Con un balzo tentò un affondo con una lama,
roteando l’altra.
Il colpo riuscì, concedendole di uscire dal cerchio.
Adesso doveva fronteggiare solo due scherani,
due.
Il giovane sul picco era rimasto immobile; la sua
camicia bianca spiccava da lontano.
- Fermatevi, quando sarò regina vi darò il doppio
di quanto avete pattuito con la reggente!- Esclamò sfinita; ormai ansimava.
- Dovevano obbedirle, doveva esserci una soluzione..
Per quanto si sforzasse, per quanto lottasse non riusciva a tenergli testa; erano troppi.
- Allora pagateci e subito! Belle monete sonanti e lucenti. Siete una principessa…- Rise uno dei
due; lo sfregiato.
L’altro si unì. Erano stati lui e la sua banda a penetrare nel palazzo a sterminare servi e guardie,
amici…
Sapevano che era sola, che non aveva nulla con sè; si stavano prendendo gioco di lei.
Evidentemente la perdita dei compagni non significava nulla per loro.
Frisa aveva chiesto la sua testa e loro erano lì per prenderla.
Frisa, la sua cugina prediletta.
La più bella, la più intelligente.
La più crudele.
Frisa!
Aveva giurato a se stessa di ucciderla con le sue mani!
L’odio, la rabbia le invasero la mente donandole energia. - Allora questa è la sola moneta che
avrete!- Stella del mattino gli lanciò in faccia una polvere urticante.
Se ne era quasi scordata perché era nella borsa dei medicinali.
Approfittò del momento per correre verso il picco; da lì si dipartiva un sentiero che l’avrebbe
condotta verso Konoha.
Doveva uccidere Frisa, ma prima Konoha, doveva arrivare a Konoha!
Aveva quasi oltrepassato l’altura e stava per imboccare il sentiero quando i suoi passi furono
interrotti da un’improvvisa apparizione; il giovane dalla camicia bianca le sbarrava la strada.
- Cedimi il passo!- Esclamò esasperata.
Lui non si mosse; la osservava impassibile.
Gli puntò le lame al petto - …passa al mio servizio e ti darò ciò che chiedi. - Ordinò gelida.
Sul viso del giovane si disegnò una smorfia sarcastica - …cosa potrebbe darmi una stracciona come
te…
Inconsciamente, le mani di Stella del Mattino si mossero da sole, sferrando due fendenti contro il
volto del giovane.
Lui li parò con la sua katana.
Era stato un movimento così rapido e fluido che Stella non riuscì a vederlo.
Il giovane aveva ringuainato la spada e la osservava con una specie di sorriso sardonico.
Aveva un viso nobile, dai lineamenti puri, netti; la camicia aperta sul davanti lasciava scoperto il bel
petto, le morbide curve dei muscoli.
Stella si morse le labbra pensando a Shiro. - Credi di essere migliore di me solo perché indossi una
camicia pulita?- Furiosa gli voltò le spalle pronta a fronteggiare i due ninja che si avvicinavano più
decisi che mai.
La polvere urticante gli aveva gonfiato il volto e gli occhi; quella poteva essere la sua occasione.
Si slanciò a testa bassa menando fendenti; ma i due la tennero a distanza bersagliandola di armi.
Una carta bomba la spinse a terra facendole cadere le spade; non se n’era neanche accorta, non
l’aveva vista arrivare.
I due si avvicinarono; lo sfregiato le avvicinò alla gola il sottile falcetto che portava legato ad una
catena.
Stella cercò con le dita le armi; l’altro ninja le spinse lontane con un calcio.
- Voglio morire in piedi!- Gridò alzandosi di scatto e bloccando il falcetto con le mani nude.
L’altro perse l’equilibrio; immediatamente il giovane guerriero sfoderò la katana tranciando di netto
le teste dei due ninja.
Stella le vide rotolare dal pendio; non distolse lo sguardo: li odiava per quello che le avevano fatto.
Senza curarsi delle ferite raccolse le sue spade; non poteva fidarsi di quel guerriero.
Era crudele; un viso così bello per un’anima nera.
Si mise in guardia allontanandosi.
Non si sarebbe arresa mai; mai!
- …voglio quelle scimitarre …- il giovane si avvicinò scrutandola con gli occhi scuri - …e la tua
vita!
Stella della mattino trascolorò; allora era finita davvero!
Il sangue le si gelò.
L’angoscia le serrava la gola.
Riuscì a guardarlo in viso, a fissarlo negli occhi.
Un riso stridulo le uscì dalla gola, poi con un gesto sprezzante gettò a terra le lame - …compi la mia
vendetta; portami nel mio regno e quando sarò regina avrai la mia vita!
Il guerriero rimase immobile.
Stella del Mattino non riusciva quasi a sostenere il suo sguardo, però sentiva che qualcosa nel
ragazzo era improvvisamente mutato.
Le aveva voltato le spalle e guardava lontano, verso le montagne, verso il tramonto.
Respirò sollevata - Bene, lo prendo per un assenso! – Si fece coraggio e riprese le armi - ...ho
bisogno di riposo, di lavarmi!
Senza risponderle, il giovane cominciò a guidarla per un comodo sentiero verso valle.
Stella non poteva fare a meno di guardarlo, osservare la sua schiena ampia, il suo morbido incedere.
Sapeva di avere a che fare con un uomo pericoloso eppure non riusciva a distogliere i suoi pensieri
da lui.
Non somigliava a nessuno che avesse mai conosciuto; era alto, elegante nei movimenti e emanava
forza, una potenza oscura, malvagia.
La camicia bianca gli cadeva addosso facendo risaltare l’ampiezza delle spalle.
Eppure non era completamente bianca; c’era qualcosa ricamato in alto.
Sulla linea del collo, in mezzo alle spalle.
Sembrava un disegno, no era un ricamo, era un piccolo ventaglio bianco e rosso - …uchiwa –
mormorò la ragazza ricordando la lingua di Shiro.
Di scattò il ragazzo si voltò afferrandola per il polso – come sai il mio nome!?
Gli occhi neri le scrutavano l’anima.
Si sentì mancare l’aria…- … hai ricamato un uchiwa sul retro della camicia!- Rispose cercando di
divincolarsi; le stava spezzando un polso.
Lui la lasciò scoppiando a ridere; mai una risata era parsa tanto cupa e spaventosa. - Conosci bene
la nostra lingua anche se vieni dall’oriente –
- Shiro , … - si interruppe perché pronunciarne il nome la faceva star male – …era del villaggio di
Konoha. Devo a lui tutto, anche la mia vita!-
Il guerriero non rispose.
Improvvisamente interessata gli si mise davanti - …se tu sei un Uchiha, allora hai lo sharingan e
vieni da Konoha. Ma la tua squadra dov’è? I ninja si muovono in squadre da tre o …- si pentì
immediatamente della domanda.
L’aura del giovane divenne più scura, quasi palpabile.
- Ho tradito e ucciso tutti quelli che mi intralciavano – rispose senza voltarsi - ..io sono un
vendicatore.- Si fronteggiarono come a volersi scrutare nell’anima.
- Allora sei all’inferno e niente ti darà pace!- Rispose la ragazza con gli occhi pieni di lacrime. Poi
si voltò percorrendo il sentiero che conduceva a valle.
Sasuke Uchiha trasalì.
All’inferno …erano tre anni che stava all’inferno e niente gli dava pace.
Niente.
Non aveva pace, era vero.
Ma questa era la strada che aveva scelto.
Era diventato più forte e presto avrebbe affrontato Itachi… avrebbe avuto vendetta!
Vendetta!
Camminarono in silenzio per una buona mezz’ora finchè non giunsero in paese.
Il guerriero si fermò presso un grande albero e vi si sedette sotto. – Vi aspetterò qui, principessa...
Lei lo guardò con degnazione - …mi chiamo Stella del Mattino che Illumina il Cielo dell’Alba.
Lui abbozzò un sorriso - …vi aspetterò qui Hoshime! Buona notte.
La fanciulla si voltò, correndo via; le lacrime le scorrevano sul viso sporco.
L’aveva chiamata Hoshime, l’aveva chiamata Hoshime…
Solo Shiro si rivolgeva a lei così..
Solo lui..
Il sole non era ancora spuntato quando si alzò da letto; nonostante il bagno caldo e la tisana
rilassante aveva dormito malissimo.
Per tutta la notte visioni di morte e dolore le avevano riempito la mente, i sogni.
Anche il volto triste del guerriero appariva nei suoi sogni; il vendicatore.
Quel ragazzo, come lei, era prigioniero della crudeltà altrui.
A lui avrebbe dato la sua vita?
Ma non aveva importanza; nessuna importanza ormai…
Si rivoltò nel letto; i muscoli indolenziti non le davano pace.
I pensieri non le davano requie.
Erano trascorsi quattro giorni...eppure sembrava che tutto fosse accaduto un istante prima.
Pianse ricordando il sangue che aveva macchiato quella notte.
Se lo sentiva ancora addosso, si sentiva ancora sporca.
Non c’era altro che sangue e morte intorno a lei.
Solo quattro giorni prima!
Si era svegliata da uno strano torpore; Shiro la scuoteva e il suo sangue le colava sulla camicia da
notte.
Era cinereo, gli occhi immensi pieni di orrore - …alzati Hoshime, scappa nel passaggio segreto!
Scappa, io li fermerò!- La scosse, la trascinò fuori dal letto.
Dietro di lui si sentiva il rumore di passi, di urla, voci concitate, armi..
- …la mamma, papà, mio fratello… - Stella del Mattino aveva teso le mani verso la porta intarsiata,
quella porta che ormai cedeva sotto l’impeto degli assalitori.
Shiro l’abbracciò baciandole la fronte - …sono tutti morti Hoshime…!- La strinse a sé -… tua
cugina Frisa viene a reclamare il trono.
Le lacrime le offuscarono la vista; tutti morti, morti!- Si accasciò fra le braccia del ragazzo.
Lui la sostenne, e presole, delicatamente , il volto lo volse verso di sé. - La Governante vi ha tradito,
tu devi scappare! Non devi morire…- Shiro la spinse verso il passaggio segreto.
Lui era l’unico a conoscerlo, insieme a sua madre e alle precedenti regine.
Non avrebbe dovuto, pena la morte.
Ma Shiro era speciale: era tutto ciò che le rendeva luminosa la vita.
Una vita fatta di doveri e obblighi.
Una vita serena e opprimente finita troppo presto.
Lui aprì le porte segrete e la spinse dentro - …vai Hoshime, vai a Konoha e torna a salvare il
popolo!- Il sangue continuava ad allargarsi sulla sua casacca verde.
Prima che potesse protestare lui chiuse le porte.
Stella, urlò, pianse disperata, finchè non sentì il rumore di un’esplosione.
L’aveva fatto; aveva usato quella tecnica.
Shiro aveva distrutto la stanza per impedire a Frisa d’entrare, di cercare il passaggio segreto.
Improvvisamente il cuore le si gelò.
Come un automa eseguì il rituale prescritto; si lavò con l’acqua gelida e indossò la tenuta da
combattimento, legò alle spalle le scimitarre, strinse alla vita la borsa dei medicinali e quella dei
viveri. Stava per andarsene quando vide a terra la sua camicia da notte; sul bel tessuto lilla le
macchie di sangue erano ormai marroni.
La raccolse e la ripose nel baule profumato che aveva contenuto gli abiti che indossava.
Si asciugò le lacrime e percorse, ancora una volta ,il corridoio di pietra che l’avrebbe condotta nel
bosco.
Una volta fuori avrebbe seguito il percorso più breve per Konoha.
La sua mente pensava e il suo cuore piangeva.
Camminava come un’automa cercando di assimilare quanto le era stato appena detto…
Era sola, la sola sopravvissuta della sua famiglia.
Sola.
Sola.
Sola.
Il pensiero la fece gridare di terrore.
- …basta…basta..- si prese la testa tra le mani cercando di impedire ai ricordi di tormentarla ancora
Si alzò dal letto muovendosi nervosamente; il cielo si stava schiarendo.
Era inutile rimettersi a letto, non riusciva a dormire, non riusciva a pensare a niente altro che a
quella notte.
Bastava che si fermasse un istante, e la sua mente le faceva rivivere quel giorno, quella notte di
sangue.
Doveva tornare nel suo paese, nel Paese del Sole.
Avrebbe portato a termine la vendetta e poi…
Appoggiò le braccia al muro, quasi a sostenersi, la fronte posata sulle travi di legno - …Shiro
ricordi le nostre conversazioni … ricordi cosa sognavamo?- Non aveva bisogno di avere conferma,
non la stava chiedendo. Non a Shiro.
Lui era sempre stato d’accordo con lei, l’aveva aiutata a prepararsi per quello che l’aspettava.
- …ucciderò Frisa, ucciderò la Governante, - sbattè la testa contro il muro una volta, due volte . -
Shiro con le mie spade taglierò le loro gole e diventerò regina. Al resto penseremo insieme. –strinse
i pugni. – Ora che tu non sei più con me, darò la mia vita all’Uchiha!
- Stare a questo mondo non ha senso, io sono troppo stanca – strinse il volto fra le mani piangendo
disperata – tutti quelli che amo sono morti. Sono viva perché mi hai imposto questo fardello.
- Shiro, avrei voluto morire con te..
Rivide ancora una volta i visi dei suoi cari assassinati, la sua famiglia…
Uccisi, sgozzati, trucidati nei loro letti.
Sangue moltissimo sangue ovunque.
Un bagno di sangue!
Un bagno di sangue che sarebbe stato punito con un bagno di sangue, e poi lei sarebbe marcita
all’inferno.
Vedeva le sue mani grondare sangue; sangue chiama sangue.
Ma doveva farlo, quella era la missione per salvare il Paese del Sole.
Non aveva alternative; nessuna alternativa.
L’Uchiha del villaggio di Konoha avrebbe preso la sua vita, avrebbe preso il simbolo della regina.
Lei sarebbe stata l’ultima regina!
Erano circa le otto di mattina quando giunse alla radura; aveva con sé due cavalli e le provviste
necessarie.
Il giovane l’aspettava nella stessa posizione del giorno precedente. Si poteva pensare che non si
fosse mosso.
Stella del Mattino gli porse le redini della cavalcatura e montò a cavallo senza guardarsi alle spalle.
Lui l’avrebbe seguita; lo sapeva.
La vendetta avrebbe portato entrambi alla perdizione; il sangue non si sarebbe mai tolto dalle loro
mani.
Trascorsero la giornata in silenzio; nessuno dei due sembrava disposto a parlare.
Verso il tramonto si fermarono e impastoiati i cavalli prepararono un bivacco per la notte.
La principessa preparò il fuoco e la cena, mentre l’Uchiha controllava il perimetro circostante.
Non appena si fu accertato che tutto fosse in ordine si sedette a terra; la schiena contro un albero.
Stella del mattino stese a terra una coperta; si era sdraiata vicino al fuoco il viso rivolto verso
Sasuke.
Non si erano detti una parola per l’intera giornata, non avevano deciso nulla, eppure si muovevano
in perfetto accordo.
La ragazza chiuse gli occhi cominciando a pregare.
Non voleva più pensare, non voleva ricordare.
Il dolore la stava logorando.
Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio per saperlo.
Non doveva dirle nessuno che il dolore l’aveva cambiata per sempre.
Guardava l’Uchiha , il viso segnato dal rancore, dall’ira, dalla rabbia.
Guardava i suoi occhi e vi vedeva riflessi i suoi.
Per uno strano scherzo del destino Shiro gli aveva raccontato tutto di Konoha, dei suoi amici, dei
ninja più forti, di quel Naruto che avrebbe voluto conoscere, di Shikamaru così geniale, del
mangione Choji, …della strage del clan Uchiha!
Una cugina, un fratello…- Cosa spinge le persone ad uccidere?- Si domandò mentre la mente
sfuggiva al suo controllo, vagando per pensieri e ricordi.
- Per cosa si uccide?-Ricordò con quanta facilità aveva troncato la testa di quel ninja sconosciuto.
La paura, la rabbia avevano guidato le sue azioni.
- Eppure l’essere umano non era solo istinto.-
- Perché Frisa aveva voluto il trono?-
- Perché il fratello di Sasuke aveva sterminato la famiglia?-
Non trovò una risposta soddisfacente alle sue domande; continuò a rimuginare finendo per
addormentarsi.
Un buon odore di pesce la svegliò.
Sasuke aveva preparato la colazione.
Non sembrava stanco, eppure aveva fatto la guardia per tutta la notte.
Lo guardò attentamente; voleva domandargli mille cose.
Eppure non voleva farlo.
Cosa poteva dirgli l’Uchiha che lei già non sapesse?
Lui interruppe il filo dei suoi pensieri porgendole il pesce.
Si sedette vicino a lei e mangiarono in silenzio.
Stella si stupì di trovare tanto buono il sapore di una pietanza preparata così alla svelta.
Terminarono di mangiare e preparati i cavalli ripartirono al galoppo.
Quella sera stessa sarebbero stati alla Città del Sole.
Stella si ritrovò a tremare; era arrivato il momento!
La sera stava calando. Ma non aveva bisogno di vedere dove andava.
A pochi metri le mura bianche della Città del Sole splendevano dei colori del tramonto.
Sulle torri coniche sventolavano gli stendardi di Frisa.
Era una città bella da lasciare incantati; piena di fiori, di gente allegra.
C’era benessere, c’era allegria…
C’era una volta.
Così cominciavano tutte le fiabe.
- Basta pensare! – S’impose il silenzio mentale recitando le regole imparate tanto tempo prima.
Tutto era stato già scritto e pensato; lei doveva solo eseguire.
Portò il cavallo in un posto lontano e lo impastoiò.
Sasuke la seguì in silenzio.
- Ti chiedo di proteggermi le spalle; ora deve scorrere un fiume di sangue.- Guardò ancora una volta
quel viso impassibile attendendo un miracolo.
Sarebbe bastato poco per cambiare i destini di entrambi.
Ma il miracolo non avvenne.
Lui assentì appena.
Stella s’inoltrò nel bosco; ora che era nel suo regno, nella sua terra si muoveva con sicumera e
agilità.
Non sembrava neanche più lei.
Passarono in mezzo al bosco fino a raggiungere una radura .
Il sole era definitivamente alto.
La principessa si mise al centro della radura le spalle rivolte al sole calante.
Contò alcuni passi e toccò un tronco, contò ancora e poi si fermò davanti ad un enorme albero.
Rapida si arrampicò in cima; dentro era stato scavato sapientemente, formando un cunicolo bastante
per una persona non troppo grossa.
Sasuke vi passò a fatica.
Per fortuna il tragitto era breve; immediatamente si trovarono a strisciare in un lungo condotto di
pietra.
Seppure più largo, era piuttosto claustrofobico; ma Stella pensava ad altro.
Come un mantra calmante ripeteva fra sé le procedure.
Finalmente il cunicolo si allargò sempre di più diventando un corridoio; la principessa accese le
lampade.
Le pareti erano dipinte; era stata la regina Sole del Meriggio a decorarle.
Per quasi un anno era vissuta nascosta in attesa del momento giusto per riprendersi il trono.
Stella sperava di essere alla sua altezza.
Continuarono a camminare, finchè il corridoio non si divise in varie biforcazioni: ognuna aveva un
contrassegno.
La ragazza si fermò respirando a fondo.
Sentiva dietro di sé la presenza rassicurante del giovane guerriero.
Non sarebbe arrivata da nessuna parte senza di lui.
Era paradossale.
Prese il secondo corridoio a destra.
Tra poco sarebbe cominciato; sarebbe cominciato il bagno di sangue.
Giunsero davanti ad un pannello scorrevole.
Stella si fermò; Sasuke era ancora dietro di lei.
Immobile, immutabile attendeva.
Finalmente, Stella del Mattino capì che non le sarebbe stato permesso tornare indietro.
Eppure lo aveva sperato.
Fino all’ultimo, fino a quel momento.
Allungò, verso la porta una mano e fece scattare il meccanismo segreto.
La porta si aprì dietro un quadro di dimensioni naturali.
Fece scattare anche quel meccanismo e si ritrovò nella stanza della regina; nel letto di sua madre
dormiva Frisa. I lunghi e bei capelli sparsi sul guanciale.
Accanto a lei Aristo, il comandante dell’esercito.
Stella estrasse silenziosamente le scimitarre; si avvicinò senza fretta e con un colpo violento tranciò
la testa dell’uomo che era stato amico e consigliere di suo padre .
Ringuainò una delle sciabole e si portò sull’altro lato del letto; bloccò con una mano la gola di Frisa
e con l’altra le mise innanzi al viso la scimitarra - …dimmi il perchè- sussurrò all’orecchio della
cugina. – Potevi portare la tua proposta al consiglio, potevi chiederlo…
Lo sapevi che non volevo essere l’erede.
Perché Frisa?
La cugina la guardò sprezzante – perché eravate una dinastia debole…
Non sembrava aver paura, rimorsi - …ho smesso di volerti bene quando mi hai detto che non volevi
diventare regina, che volevi dividere il potere.
Tu e quello straniero eravate sempre insieme a confabulare; sapevo che non appena salita al trono
avresti messo in atto il tuo piano. - I suoi occhi proclamavano solo sdegno – volevi tradire il tuo
popolo, e io ho fatto quello che dovevo.
Non ti ha stupito che perfino la tua governante mi abbia aiutata! Tu non sei adatta a regnare, non
vuoi regnare, non vali nulla. Sei prima erede solo per caso!-
Stella ricacciò indietro le lacrime -…questo è il motivo, per questo hai trucidato la mia famiglia,
ucciso Shiro?- La mano sulla gola di Frisa strinse pericolosamente la carotide -
La cugina annuì senza abbassare o sguardo.
- …allora come regina del Paese del Sole ti dichiaro rea di alto tradimento!- Rapida abbassò la
scimitarra troncandole la testa.
Il sangue di Frisa le sporcò il viso; se lo pulì alla svelta e presa per i lunghi capelli la testa della
cugina spalancò le porte.
Da quel momento in poi Stella agì senza quasi avere coscienza: uccise le guardie ed entrata nella
stanza della governante la svegliò per terrorizzarla; ci riuscì, riuscì ad avere il piacere di sentirla
urlare, cercare la fuga prima di tranciarle la gola.
Raccolse anche la sua testa, e come quella della cugina la espose in balcone.
Stanza dopo stanza entrò trucidando i cospiratori uno ad uno.
La governante aveva fatto il nome dei traditori per salvarsi la vita, o forse per non morire da sola.
Quanto aveva supplicato, quanto si era giustificata.
Stella continuò la sua strage; spalancava le porte e uccideva.
Uomini donne, serve, bambini.
Salvò solo i lattanti; loro forse non avrebbero ricordato.
Per tutta la notte il castello riecheggiò di grida laceranti, di urla .
Due ombre si muovevano per corridoi, per passaggi segreti, portandosi appresso la morte.
All’alba da tutti i davanzali, dalle finestre del palazzo reale pendevano le teste dei traditori.
Sul balcone reale, seduta sul trono della regina Stella del Mattino attendeva.
La testa di Frisa penzolava dalla balaustra davanti a lei.
Al suo fianco, in piedi , Sasuke Uchiha era il suo scudo, la sua sentinella.
Molte volte, quella notte ,l’aveva aiutata proteggendola.
Era il loro patto; lui l’avrebbe uccisa!
Il sole sorse sulla città facendo inorridire gli abitanti della Città del Sole; eppure quasi subito un
applauso si levò spontaneo: la regina era tornata!
Era una vera regina.
L’acclamarono perchè era forte, era intelligente; in una settimana aveva punito i traditori,
Brava, era stata brava.
Coraggiosa.
Forte.
L’acclamarono
Stella si affacciò .
Gli abiti incrostati di sangue, i capelli opachi, il volto macchiato e le scimitarre ancora sporche di
sangue che scintillavano nel primo sole del mattino.
La regina era tornata.
Lei si volse verso l’Uchiha - non appena sarà tutto pronto verrò da te! – I suoi occhi erano spenti, le
tremavano le mani, mani sporche di sangue.
Era l’ombra di se stessa; uno spettro.
Sasuke trasalì indietreggiando.
Era questa la vendetta?
Erano già trascorsi nove mesi quando Sasuke la vide tornare; indossava un bellissimo abito bianco e
oro. I capelli raccolti e un velo di ombretto sugli occhi; era vestita da sposa.
La guardò incredulo.
Era venuta!
Se lo aspettava; sapeva che avrebbe mantenuto la parola.
Però non così; non con quel viso, con quegli occhi.
Scese di sella, era malferma sulle gambe e si sorresse al cavallo; non era rimasto più nulla della
ragazza conosciuta mesi prima.
Stella del Mattino sembrava consumata, divorata da dentro.
Gli occhi erano immensi sul volto pallido.
- …Hoshime? – Sasuke non riuscì a trattenere l’esclamazione.
Cosa era successo cosa l’aveva ridotta così? – Si avvicinò, ma lei lo fermò .
Dalla sella estrasse le scimitarre protette da preziosi foderi incrostati di pietre dure. – Il paese del
Sole non ha più una casata reale; adesso tre saggi e un’assemblea popolare governano!
Mi cercano, ma non sanno dove sono; sono andata via attraverso uno dei passaggi segreti. Ho
lasciato detto che tornerò. – Abbozzò un sorriso stanco – sono venuta per mantenere la promessa.
Gli tese le sciabole.
Le mani di lei erano diafane e piene di cicatrici; solo poco tempo prima avevano retto le spade,
avevano combattuto .
Ora non sarebbero state capaci di reggere una tazzina.
Stella del Mattino si incamminò verso il picco; sebbene faticasse, si muoveva con dignità, badando
a non sporcare l’abito.
Si sedette sul picco in attesa - ...si vede Konoha da qui? – Chiese fissando un punto poco lontano.
L’Uchiha le si avvicinò silenzioso come una pantera; allungò un braccio indicando la giusta
direzione - …. quella è Konoha!
- Allora ero quasi arrivata!- Guardò con occhi velati di malinconia il paese in cui era cresciuto
Shiro, Sasuke..
- Sei pentita della promessa?- Le parole scapparono quasi di bocca al ragazzo. Improvvisamente era
diventato inquieto.
- No, vorrei solo averla potuta mantenere prima! - Si voltò verso il giovane. Si alzò in piedi e tese le
braccia – guarda Sasuke Uchiha… guarda…questa è la vendetta!
Come si aspettava il giovane reagì violentemente; indietreggiò ed estratta la katana le trapassò il
cuore.
Un fiore rosso sbocciò sull’abito della sposa - …perdona…perdona…perdonami!.- Hoshime
lentamente si accasciò al suolo, mentre le mani si tendevano verso il giovane.
- Io non sono come te, io sono diverso! – Sasuke si voltò e sceso il pendio se ne andò per la sua
strada.
ROMA 10 AGOSTO 2007 ORE 01.O6
FINE
Il Bazar di Mari
www.ilbazardimari.net
Online da: Settembre 2007 – Ultimo aggiornamento: Novembre 2007


Ringrazio il sito http://www.ilbazardimari.net/fanfiction/naruto.html che ha pubblicato queste belle storie :)
 
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D-JAM
view post Posted on 26/4/2009, 11:34




troppo lungo XD



FATTO TU?
 
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Bonkio
view post Posted on 26/4/2009, 11:47




CITAZIONE
Ringrazio il sito http://www.ilbazardimari.net/fanfiction/naruto.html che ha pubblicato queste belle storie

XD
 
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DarthGood
view post Posted on 26/4/2009, 12:22




°_° senza parole
 
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dark nibbio
view post Posted on 30/4/2009, 14:32




No come detto da boncyo l'ho presi da un sito sisi
 
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4 replies since 25/4/2009, 11:42   551 views
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